In questo volume di 300 pagine – “Passivhaus” di Francesco Nesi – viene presentato sotto una nuova luce lo standard costruttivo Passivhaus, che ha già superato i 25 anni di vita dimostrando la sua solidità e versatilità a fronte di esperienze concrete su edifici costruiti e monitorati in tutto il mondo.

In un momento in cui, come sappiamo bene, il comparto dell’edilizia sta vivendo ampie trasformazioni e subendo crisi senza precedenti, un ambito in cui lo sviluppo continua ad essere in crescita è quello degli edifici Passivhaus. È stato Wolfgang Feist – oggi direttore del Passivhaus Institut e titolare di una cattedra all’Istituto di Fisica Edile dell’Università di Innsbruck – alla fine degli anni Ottanta, a sviluppare un semplice ma efficace approccio progettuale al bilancio energetico e al comfort abitativo degli edifici basato su procedure verificate e replicabili.

In questo volume di 300 pagine – “Passivhaus” di Francesco Nesi – viene presentato sotto una nuova luce lo standard costruttivo Passivhaus, che ha già superato i 25 anni di vita dimostrando la sua solidità e versatilità a fronte di esperienze concrete su edifici costruiti e monitorati in tutto il mondo. Per il settore edilizio e per l’Italia rappresenta la prima pubblicazione completa, provvista di approfondimenti tecnici, casi studio concreti e best practices sul mondo Passivhaus, rivolta a tutti coloro che hanno a cuore una progettazione di qualità e la realizzazione di edifici con elevati livelli di comfort abitativo.

Si tratta di una “bussola” per tutti coloro che desiderino conoscere meglio questo approccio progettuale e una guida puntuale per acquisire o approfondire competenze tecniche per il raggiungimento di un unico obiettivo: edifici confortevoli, semplici ed economicamente convenienti.

Caratteristiche tecniche dello standard costruttivo Passivhaus

Una Passivhaus è un edificio che deve rispettare determinati criteri: fra gli altri, il fabbisogno termico per riscaldamento ed il fabbisogno frigorifero per raffrescamento devono rimanere al di sotto di 15 kWh/m2 anno, il fabbisogno di energia primaria deve essere minore di 120 kWh/m2 anno ed il valore n50 (ricambio di aria interna per perdite attraverso gli spifferi in corrispondenza di una depressione/sovrappressione di 50 Pascal) deve risultare in opera minore di 0.6 h-1.

Grazie al raggiungimento di questi valori si è generalmente in grado di garantire il benessere termico senza che sia necessaria l’installazione di alcun impianto di riscaldamento di tipo “convenzionale”, ovvero di una caldaia, termosifoni o similari.

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