Vediamo alcuni dei materiali più usati nella BIOedilizia. Quali sono i principi che permettono di definire un materiale sostenibile e quindi bioedile.
Prima di spiegare brevemente le caratteristiche dei materiali naturali più utilizzati in bioedilizia, occorre capire quali sono i principi che permettono di definire un materiale sostenibile e quindi bioedile.
Un materiale è sostenibile se nell’intero ciclo della sua vita, dalla culla alla tomba, la valutazione del suo impatto ambientale è ridotta ai minimi termini. In altre parole un materiale risulta tanto più sostenibile quanto minore è il dispendio di energia da un lato e la produzione di rifiuti dall’altro durante tutte le fasi della sua vita (estrazione materie prime di cui è costituito, cicli di lavorazione intermedi, imballaggio, trasporto e distribuzione, applicazione, uso e consumo, eventuale riciclaggio o riutilizzo, dismissione o smaltimento finale). Questa valutazione dei materiali risulta tanto più difficile quanto maggiori sono le fasi che accompagnano gli stessi materiali, occorre giungere ad una sorta di certificazione che permetta di riconoscere i materiali sostenibile da quelli che invece, attraverso la produzione, la distribuzione e lo smaltimento, recano un danno all’ambiente. In alcuni paesi europei esistono già delle certificazione per i materiali edili più idonei al fine di ridurre l’impatto ambientale, in Italia siamo ancora in ritardo ma attraverso la sensibilizzazione, e possibili finanziamenti statali, si arriverà ad una certificazione di qualità edile (benessere per chi abita negli edifici e non adattamento passivo ad un edificio malsano).
Vediamo ora alcuni dei materiali più usati nell’edilizia comune e altri meno utilizzati … ma pur sempre ottimi per una edilizia sostenibile.
CEMENTO. In bioedilizia si consiglia quindi l’uso di cemento puro, in cui si certifichi l’assenza di radioattività e la non additivazione, durante la produzione, di materie qualitativamente inferiori in quanto provenienti da altre lavorazioni industriali, oppure con prodotti chimici di sintesi (anche durante la fase di confezionamento del calcestruzzo). Molto interessanti risultano essere i blocchi per muratura realizzati con cemento unito a elementi diversi, come fibre di legno mineralizzate, argilla espansa o polvere di alluminio, quando è certificata la qualità del cemento questi blocchi raggiungono ottimi risultati dal punto di vista dell’accumulo termico, della coibenza, della traspirabilità e della resistenza al fuoco.
FERRO. Una forte presenza di componenti metalliche all’interno di un edificio può avere due effetti negativi sulla salute dell’uomo:
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effetto Faraday, ovvero squilibrio che può giungere sino all’annullamento del campo elettromagnetico naturale proveniente dal suolo;
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effetto antenna, o elettrosmog cui si è giunti dopo il massiccio aumento di cavi per l’alta tensione, trasmettitori radio e tv, installazioni radar, ponti radio per telefonia cellulare …
In bioedilizia consigliamo l’uso di tondini di ferro ad aderenza migliorata e ad alta resistenza in maniera tale da ridurne la quantità necessaria alla sicurezza statica dell’edificio.
ARGILLA. Questo materiale è largamente disponibile nel territorio ferrarese e da sempre impiegato. L’argilla è un materiale con notevoli caratteristiche di traspirazione (permeabilità al vapore) e di isolamento acustico, nonché di assorbenza ed inerzia termica. Se ben utilizzato costituisce uno tra i migliori materiali per la bioedilizia. Anche per l’argilla, cosi coe per gli altri materiali di cui stiamo parlando, è necessario richiedere una certificazione di qualità perché spesso viene prodotta mescolandola con materie seconde e di sintesi o in caso di porizzazione.
PIETRA. Materiale largamente utilizzato in passato, oggi occorre ridurre il suo utilizzo in quanto, pur essendo un materiale naturale, la sua estrazione da cave causa gravi impatti ambientali, è pertanto consigliato un uso ridotto e per fini puramente decorativi. Inoltre è sconsigliato questo materiale se contenente un alto grado di radioattività naturale, come nel caso dei graniti o delle pietre di origine vulcanica (ad esempio il tufo largamente utilizzato nelle antiche costruzioni meridionali).
LEGNO. Con l’argilla fa parte di quei materiali base per la costruzione bioedile. Il legno risulta essere un materiale idoneo alla creazione di luoghi di abitazione vitali ed equilibrati. I suoi pregi sono: ottima resistenza meccanica, forte potere termocoibente, grande igroscopicità e quindi ottima capacità di regolare l’umidità relativa degli ambienti, alta temperatura superficiale (negli ambienti in cui è utilizzato si ha una maggiore sensazione di calore rispetto ai comuni materiali).
Il legno nella bioedilizia dovrà essere utilizzato nel rispetto dei criteri della sostenibilità ambientale cercando di utilizzare preferibilmente quello di produzione locale, scegliendo tra le varie specie quelle a rapido accrescimento come il pino, il pioppo, l’abete, la robinia.
Deve inoltre provenire da foreste produttive dove si opera attraverso il taglio selettivo o da attività di riciclaggio. Occorre dunque evitare l’utilizzo di tutti quei legnami esotici (provenienti genericamente da deforestazioni incontrollate) che hanno sicuramente procurato un disastroso impatto ambientale solo durante la fase di trasporto (per mare e per terra) dal luogo di nascita a quello di utilizzo.